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Immagine del redattoreGiulia Mulonia

Le controversie di Babylon

Babylon è la nuova pellicola di Damien Chazelle, regista franco-americano di Lala Land, Whiplash, First Man e Last Exorcism. Un lavoro della durata di oltre 3h, che racconta l'evoluzione del cinema, dalla fine degli anni 20 ad oggi. La decadenza dell'epoca incontra la depravazione e gli eccessi oltraggiosi dell'ambiente hollywoodiano che conducono all'ascesa e alla caduta di ambiziosi sognatori, mentre l'industria inizia a passare dal cinema muto al mondo del cinema sonoro.

L'incredibile interpretazione di Margot Robbie sconvolge le aspettative, così come gli effetti speciali disturbanti. Brad Pitt è infallibile e gioca bene il suo ruolo come terza parte protagonista. Interessante la presenza del giovane e scaltro Manny Torres, Diego Calva, l'attore messicano classe 92', già conosciuto in Narcos. L'affascinante e squattrinato ragazzo, oltre ad essere innamorato della "bambina selvaggia" del cinema (Margot Robbie è 'The wild Child'), inizia la sua scalata dai bassi fondi sino ad arrivare ad essere produttore esecutivo dei cortometraggi dell'epoca. Le sue espressioni a tratti perplesse, scioccate ad intermittenza ed affascinate, il più delle volte, sono lo specchio delle reazioni dell'audiance che si trova al cinema in questo inizio 2023.


Il film si presenta con 3 nomination agli Oscar: Best Original Score, Best Production Design, e Best Costume Design. Molti si aspettavano di più, altri invece hanno criticato senza freni la regia di Chazelle e dunque, anche le nomination.

Per quanto i costumi siano sensazionali non rispecchiano i decenni che si susseguono; ovviamente rappresentano i personaggi stravaganti che fanno da protagonisti, come la scapestrata Nellie LaRoy (Margot Robbie), Brad Pitt che interpreta Jack Conrad, un attore egocentrico, indossa dei look ipermoderni con camice e abiti dalle linee slim. Riguardo la produzione, più in generale, il risultato è sotto tutti i punti di vista eccessivo e volgare: sin dalle prime scene dell'elefante nel deserto, per poi passare al party sfrenato tra le colline di Hollywood, una intro a dir poco lunga, strabordante di sesso e nudità, droga e alcol, perversione e deliri. Si susseguono poi montaggi caotici che rappresentano chiaramente una realtà distorta, esagerata e poco fedele alle dinamiche del tempo. Nonostante ciò gli avvenimenti sono tanti e la trama si sviluppa su più livelli con una coerenza del racconto che si realizza in chiusura. La trasgressione continua risulta comunque forzata, anche se effettivamente il cinema dell'epoca era visto quasi al limite della pornografia e considerato un arte minore, per mediocri. I colori, le musiche ed il ritmo catturano indubbiamente l'attenzione, infastidiscono ma tenendo sempre alta la curiosità. E' un film scorretto che lascia scossi e confusi, ma non esattamente scontenti.


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