Franck Sorbier, uno dei nomi più iconici della Haute Couture, presenta nello storico Museo Jean-Jacques Henner (Parigi) la nuova collezione Autunno Inverno 2024 incentrata sull'arte dei caftani ed esposta come un vero e proprio reincarnamento nell'arte del movimento e della musica.

Alcuni diranno "È l'infanzia dell'arte" (è molto facile da fare). Trovarsi però di fronte a un quadrato di stoffa e renderlo sorprendente, giocoso o semplicemente piacevole da guardare non è così semplice. Mi è subito piaciuto questo capo ampio: il caftano, che si scrive secondo alla regione, kaftan, khaftan o anche qaftan. - Afferma Sorbier.
Il caftano si può trovare in Medio Oriente, Maghreb, Asia centrale, Persia, Repubblica di Venezia, l'Impero Mongolo, l'Impero Omayyade, l'Impero Ottomano e anche nella Russia orientale. Un lungo e ampio cappotto con maniche, l'abbigliamento nomade per eccellenza. La storia del caftano è ricca di colpi di scena. I caftani indossati dai sultani ottomani costituiscono una delle collezioni principali del Palazzo Topkapi, a Istanbul. Nell'impero ottomano, i caftani hanno un linguaggio rigorosamente codificato. I tessuti sono prodotti principalmente a Istanbul e Bursa.
Nel XVII secolo, lo zar Pietro I, detto Pietro il Grande, decise di vietarne l'uso a favore del costume all'occidentale. Proprio per questo, Franck ha tolto le maniche da questo indumento illustre per creare un destrutturato cardigan, un soprabito oversize o un soprabito ampio.
Ognuno racconta piccole storie, vi sono richiami ai Dada ed al Surrealismo, senza dimenticare i montaggi del costruttivismo sovietico e del Bauhaus tedesco.
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